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«Il fascino degli scritti di Blei», ha scritto Musil, «consiste nell'atmosfera. Come nel momento in cui il sole è ancora sotto all'orizzonte e il cerchio intero del cielo s'illumina». Come nel chiarore provvisorio dell'alba - in cui i colori stillati dal nero della notte si trasfondono in una tonalità indistinta - ciò che sorprende e affascina nell'universo bleiano è la prossimità delle tinte più diverse. In esso l'individuo, non più sorretto dalle rigorose certezze ottocentesche e non ancora attratto dall'anarchia della modernità, si abbandona, in una sorta di smarrimento estatico, alla confusione in cui è immerso. Come i personaggi di cui questi cinque racconti - tratti da Uomini e destini straordinari e Uomini e maschere - ci danno l'inquietante ritratto. Sospesi fra un passato volutamente rimosso e un presente che si svela soltanto nell'attimoin cui viene superato, il principe Hippolyt, Brummell, Gilles de Rais, Eliogabalo e Casanova ravvisano lo splendore dell'esistenza nella sua precarietà, nel balenio iridescente dell'istante.